Il Sarcofago del re PacalAlla fine del 70, lo scrittore Erich Von Däniken portò all'attenzione del pubblico un controverso ritrovamento. Nel suo libro Ricordi del Futuro, pubblicato nel 1968, Däniken racconta della scoperta di una pietra tombale presso il Tempio delle Iscrizioni nella città di Palenque (Messico).
Secondo lo scrittore rappresenta una solida testimonianza di una visita che una civiltà aliena avrebbe svolto sul pianeta terra in tempi antichi. Le incisioni presenti su questo reperto, fanno in effetti pensare ad un uomo intento a pilotare un qualche genere di veicolo a razzo; queste teorie furono discusse anche in Italia grazie allo scrittore e giornalista Peter Kolosimo, alias Pier Domenico Colosimo, ritenuto uno dei fondatori della paleoastronautica o archeologia misteriosa.
Palenque è un importante sito archeologico situato nello stato di Chiapas, in Messico, vicino al fiume fiume Usumacinta. Si tratta di un sito di medie dimensioni ma, nonostante questo, contiene alcune delle più belle opere architettoniche e scultorie create dalla civiltà Maya. Alcuni resoconti storici la indicano come la più grande città dell'emisfero occidentale ai tempi del suo splendore che comincia circa nel 400 d.C. e prosegue per quattro secoli, fino a quando la città viene misteriosamente abbandonata e lasciata alla giungla. Verso la fine del diciassettesimo secolo, le rovine di Palanque vengono ritrovate da uno spagnolo, Antonio del Rio, che però non da importanza alla cosa e getta nuovamente la città nell'oblio. Nel 1830, il soldato di ventura Jean Frédéric Waldeck riscopre la città. L'uomo rimase nella zona per più di tre anni, realizzando diversi schizzi delle rovine. La città venne poi portata alla ribalta dai famosi esploratori Stephens e Catherwood, che nel 1840 si recarono nella città e scrissero un libro a proposito. Gli scavi archeologici iniziarono molto tempo dopo, nel 1930 e furono diretti dall’archeologo M. A. Fernandez, in collaborazione con F. Blom e Ruz Lhuillier, fu nel corso di questi lavori che vennero riportati alla luce numerosi templi; soprattutto è da ricordare la scoperta del Tempio delle Iscrizioni (foto in alto), il quale custodiva un sensazionale reperto.
Nel Giugno del 1952, Ruz Lhuillier stava lavorando a dei restauri nel Tempio delle Iscrizioni. Casualmente si imbattè in una lastra del pavimento munita di alcuni fori. L'uomo vide che la lastra si sollevava e scoprì un passaggio segreto che conduceva ad una piccola cripta situata nel cuore della piramide a diciotto metri di profondità. All'interno della cripta vi era una tomba coperta da una colossale lastra di pietra da cinque tonnellate. Secondo le iscrizioni, in quel luogo era sepolto colui chiamato halac uinic, che significa 'vero uomo'. Dovrebbe trattarsi di K'inich Janaab' Pakal, conosciuto anche come Pakal il grande o semplicemente Pacal. Fu l'ultimo re della grande città di Palenque; la cosa che colpì particolarmente l'archeologo fu la strana incisione sulla lastra di pietra che copriva la tomba: il re Pakal viene infatti ritratto all'interno di quella che potrebbe sembrare una capsula spaziale, intento a tirare leve e pigiare bottoni. Nella parte posteriore della rappresentazione vi è una struttura che qualcuno ha identificato come un motore, dalla quale si diramano fiamme. La notizia fece scalpore e, verso la fine degli anni 60, la questione venne trattata dallo scrittore svizzero Erich Von Däniken nel suo libro Ricordi del Futuro e anche in Italia da Peter Kolosimo. L'interpretazione dello scrittore si basa sul fatto che i Maya siano stati visitati da una razza aliena di cui ormai si è perso il ricordo.
Nel 1974, un congresso di studiosi interpretò diversamente il simbolismo della stele di Palenque; attribuendogli un significato spirituale ed identificando uno ad uno i diversi simboli che si intrecciano nella rappresentazione. Si è infatti scoperto che l'elaborato bassorilievo sulla lastra di pietra è in realtà la fusione di sei bassorilievi, rinvenuti anche singolarmente ed indipendentemente gli uni dagli altri in altri siti archeologici, la cui codificazione richiama al significato della vita dopo la morte e al raggiungimento della sapienza assoluta da parte de re-dio. La combinazione di questi simboli ha tratto in inganno molti studiosi poichè visti nel complesso sono difficilmente riconoscibili.
Queste spiegazioni tuttavia non soddisfano tutti, restano in molti a credere che il basorilievo rappresenti qualcosa di più che un semplice mito precolombiano, e che debba essere rivalutato, soprattutto in merito alle tante prove della presenza aliena nelle rovine maya e inca.