Ok gente!
Visto che peppe ha messo un suo estratto...vi posto i primi due paragrafi di un libro al quale stavo lavorando..su ambientazione di warhammer 40'000.
Aspetto commenti!
1.
Mortem Arena. Settore 331
Timmy Ward si sentiva emozionato.
Era la prima volta nella sua vita nella quale entrava in un locale come quello e lo stava facendo di nascosto per giunta. Sua madre, la signora Ward, gli aveva categoricamente proibito di frequentare posti posti del genere, eppure lui era lì, e questa situazione gli creava un forte senso di eccitazione.
In realtà il locale , l'"arena" come lo chiamavano tutti, non era quello che lui aveva sempre immaginato vedendolo dal di fuori, quei due grossi agenti della sicurezza alti quasi 2 metri e armati fino ai denti gli avevano dato l'idea che dentro nascondessero chissà quale grande tesoro...
e invece era tutta lì, ampia certo, ma senza quel lusso che lui vi aveva immaginato di trovare. Al contrario, quello che lo confondeva di più era la puzza insopportabile di tabacco, "viene dalla terra" gli aveva detto sua madre "prova anche solo a nominarla di nuovo...e ti sbatto fuori casa!" e questo era stato un ottimo deterrente per Tim a tenersene bene alla larga.
Quel posto ne era pieno, c'erano centinaia di persone con questi strani cilindretti bianchi in bocca circondati da un alone di fumo dalla puzza insopportabile. Eppure lui ora era lì, al Mortem Arena e una volta che l'avesse raccontato agli amici, si sarebbe guadagnato il loro rispetto.
Lo stanzone era quadrato, ampio e pieno zeppo di gente; i neon rossi e blu attaccati al soffitto gli conferivano un aspetto psichedelico e sporco. Le migliaia di persone che erano lì era gente di basso livello sociale, feccia, delinquenti, spacciatori, erano tutti riuniti lì e sembravano tutti ubriachi o drogati. Al centro, punto d'interesse di tutta la gente, c'era una piattaforma quadrata, dal lato non più di 6-7 metri. Circondata da una rete di ferro dai fori tanto larghi da permettere agli spettatori di vedere quello che accadeva dentro ma non abbastanza da permettere a chi stava dentro di uscirvi, il "ring" era la vera anima del locale, lì le persone venivano, combattevano, e vincevano o ci lasciavano la pelle, nessuna altrnativa. Potevano guadagnare la gloria, soldi a palate e una compagnia per la notte oppure perdere tutto e morire nel disonore. Era questo che entusismava tutta la gente che era venuta lì a guardare e fare scommesse. Era questo che rendeva Timmy tanto euforico.
Spingendo e infilandosi tra i corpi sbraitanti, Tim riuscì ad arrivare al bordo della piattaforma, uno dei due combattenti era già lì. Tim rimase senza fiato: non aveva mai visto nessuno muoversi così velocemente. Saltellava in un metro quadro di spazio menando fendenti per aria così velocemente che a Tim sembrò impossibile immaginare che qualcuno avesse potuto pararli, o evitarli; era altro più di due metri probabilmente, pelato e dal fisico più imponenete che lui avesse mai visto; aveva un braccio mozzato all'altezza del bicipite, rimpiazzato da una protesi di metallo che non si era curato di coprire con fintapelle; sembrava uno di quegli Space Marine di cui gli aveva raccontato la mamma quando lui era piccino "o almeno" pensò Tim "se esistessero davvero probabilmnte sarebbero così". Ma aveva smesso di credere alle favolette e ora non riusciva a staccare gli occhi dal teschio che quell'uomo aveva tatuato sul petto, c'era scritto qualcosa "cataco" o qualcosa di simile...Tim non riusciva a leggere...era troppo emozionato e confuso dal brusio di tutta quella genete che si scambiava banconote e diceva strani numeri associati alle puntate. Non ci capiva nulla ma era il giorno più entusiasmante della sua vita!
Poi a un tratto, dalla folla si levò un'ovazione.
2.
Mortem Arena. Settore 331
La folla era in delirio quando salì sul palco.
Si sentiva stanco, si era da poco svegliato ed era ancora in quella fase in cui non distingui bene il sonno dalla realtà, e i sogni che faceva in genere non erano piacevoli, si svegliava spesso con un forte dolore alla testa.
Fortunatamente il sua avversario non sembrava nulla di insormontabile: era lì a menare fendenti in aria dando dimostrazione alla folla in delirio. Certo era alto, almeno due metri pensò e aveva un fisico grosso almeno il doppio del suo, una protesi metallica al braccio destro e un tatuaggio del XXIII Cataciano quasi inciso sul suo petto. Doveva essere uno di quei veterani radiati dall'esercito per insubordinazione e sfuggito chissà come al Requiem di un commissario e ora era qui, in questo buco del mondo a combattere per la sua vita. Come lui d'altronde.
Fortunatamente sembarava lento, cavolo se lo era! Tirava quei pugni in aria a una lentezza che gli sembrò impressionante "certo...sembrano tutti lentissimi in quest'arena" . La sua mente ritornò al suo passato: da quando era nato era sempre stato atleticamente il migliore: il più forte, il più veloce, il più reattivo. Sua madre era morta durante il parto e l'aveva lasciato per strada solo e senza nessuno su cui fare affidamento. Crescendo, si era reso conto che riusciva facilmente a fare piccoli furti senza che nessuno riuscisse a rincorrerlo; riusciva a facilmente ad uscire vittorioso dalle risse con i suoi compagni e aveva imparato che la sua mente ragionava più in fretta di tutte le altre. Non si curava di perchè fosse così, semplicemente lo era, e basta, e questo gli dava enormi vantaggi, come la gloria, i soldi per sopravvivere e...beh....c'erano quei maledetti mal di testa, quelli erano il lato negativo.
I suoi pensieri furono distratti dalle urla forsennati della gente: visti dall'interno della gabbia sembravano tanti pazzi furiosi "forse lo erano" venuti lì a cercare il sague e soldi con una scommessa; c'era anche un ragazzino, doveva avere non più di 15 anni che lo guadava ammirato dai lati del ring, probabilmente stava vivendo l'esperienza più disgustosa della sua vita...
Un pugno allo stomaco.
Il suo avversario si era stancato di vederlo guardarsi intorno e era passato a stuzzicarlo con qualche colpo. Un colpo allo stomaco. Uno al Viso. Un altro allo stomaco. Si chiese se erano solo colpi di avvertimento o se ci stama mettendo tutta la forza che aveva; certo....dal viso contratto che aveva sembrava mettercela tutta.
Ne incassò qualcuno ricordandosi di quello che gli aveva detto MP, il padrone dell'arena: "alla gente non piacciono gli incontri troppo brevi...lascia che si entusiasmi un pò...lascia che l'adrenalina cresca in loro" e così stava facendo...stava incassando, stava facendo qualche finta smorfia di dolore, e stava facendo contento il pubblico.